Uno spray alla ketamina come antidepressivo


07/03/2019

Uno spray alla ketamina come antidepressivo

La casa farmaceutica Janssen promette di rivoluzionare il trattamento di un disturbo che interessa oltre 300 milioni di persone

Per gli oltre 300 milioni di persone che soffrono di depressione (stime della Organizzazione Mondiale della Sanità) potrebbe presto arrivare una nuova speranza: l’esketamina, una molecola derivata dalla ketamina. La casa farmaceutica Janssen, del gruppo Johnson e Johnson, ha messo a punto uno spray nasale che promette di rivoluzionare il trattamento di uno dei disordini mentali più diffusi al mondo.

In queste ore la Food and Drug Administration (Fda), l’ente statunitense che si occupa di farmaci, ne sta discutendo l’approvazione, e presto il medicinale potrebbe arrivare anche in Europa. Il dossier, fa sapere l’Agenzia italiana del farmaco, è infatti in corso di valutazione all’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali).

Se dovesse arrivare il via libera, cosa comunque non automatica né scontata anche nel caso in cui gli uffici americani dessero l’okay, il dossier verrebbe poi valutato singolarmente dai Paesi membri. Ma la strada sembra comunque tracciata visto che, negli States, il farmaco in questione (chiamato Spravato) ha già fatto incetta di pareri positivi. L’ultimo, in ordine di tempo, quello di un comitato consultivo che il 12 febbraio scorso ha votato in maggioranza a favore del farmaco.

La ketamina, un anestetico diventato famoso come droga

Grave sofferenza, scarso rendimento al lavoro e a scuola, difficoltà in famiglia e, nel peggiore dei casi, suicidio: la depressione, per quanto diffusa e conosciuta, in molti casi non viene trattata: succede una volta su due, riporta l’Oms. Ogni anno 800 mila persone decidono di togliersi la vita.

Il disturbo, secondo le linee guide del massimo organismo della sanità internazionale, può essere affrontato sia con trattamenti psicologi che con cure farmacologiche di antidepressivi. Ne esistono una ventina circa e quelli più utilizzati, i cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri) e gli antidepressivi triciclici, lavorano sulla serotonina (il cosiddetto “ormone del buonumore”, un neurotrasmettitore che viene stimolato da questo tipo di farmaci).

Il nuovo farmaco della Janssen, invece, agisce sui neuroni, sulla scia di alcuni studi degli anni ‘90 secondo i quali la depressione avrebbe a che fare con problemi di questo genere: “L'esketamina è un modulatore del recettore del glutammato – si legge sul sito ufficiale - pensato per aiutare a ripristinare le connessioni sinaptiche nelle cellule cerebrali nelle persone con grave disturbo depressivo”.

Il suo nome richiama chiaramente quello della ketamina, e in effetti i due farmaci si assomigliano molto. Già, perché anche la ketamina, che nell’immaginario collettivo è soprattutto uno stupefacente, in verità nasceva come anestetico. Proprio notando la sua azione sul sistema glutammatergico è venuta l’idea di sperimentarlo come farmaco contro la depressione.

“Con alte dosi di ketamina è possibile far addormentare una persona e toglierle le tonsille – spiegava Gerard Sanacora, docente dell’univesità di Yale, in un’intervista di giugno 2018 – ma in quantità minori ha effetti dissociativi, in particolare per quanto riguarda cognizione e percezione”. Per usi medici somministrati in via endovenosa, spiegava Sanacora, il quantitativo si limitava a “0,5 milligrammi per chilo”. Gli effetti? “Percezioni alterate per quanto riguarda i sensi, dalla vista all’udito”, ma anche un beneficio per i pazienti.

 

Pro e contro del farmaco

Il farmaco della Janssen non viene somministrato con iniezione in vena ma per via nasale come spray. Come previsto dalle norme americane, lo Spravato è stato oggetto di tre diversi studi che ora sono sul tavolo della Dfa: il compito della commissione sarà ora di decidere se i benefici che potrà garantire sono sufficienti a battere le controindicazioni.

Su questo punto gli esperti sono divisi: lo stesso Sanacora, riporta Bloomberg, riconosce come vi sia un potenziale beneficio perché il farmaco pare funzionare per alcuni pazienti che non hanno ottenuto sollievo dai trattamenti convenzionali, ma rimangono da studiare le conseguenze a lungo termine.

Uno degli aspetti più interessanti dell’esketamina sarebbe la sua capacità di agire più velocemente dei Ssri, una caratteristica che potrebbe giocare un ruolo importante nei casi a rischio suicidio, ma può avere anche effetti negativi sul sistema cardiocircolatorio.

Senza considerare che lo sviluppo di nuovi farmaci dipende dal modo in cui si ritiene che funzioni il disturbo: a proposito della depressione, conclude Bloomberg, non c’è ancora totale accordo. Di certo c’è che le cause sono diverse e hanno a che fare con fattori sociali, psicologici e biologici.

FONTE: agi  Agenzia Giornalistica Italia

 

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