Malattie croniche, verso un ruolo virtuoso della filiera del farmaco
Un tavolo di confronto sul tema della gestione delle cronicità ha coinvolto i principali protagonisti del settore farmaceutico, con l’obiettivo di formulare proposte innovative per perfezionare il percorso di presa in carico dei pazienti. Ecco cosa è emerso
Per supportare efficacemente i pazienti affetti da malattie croniche è necessario ripensare il ruolo degli attori della filiera del farmaco. È quanto è emerso da “Hackathon cronicità: la farmaceutica territoriale si confronta”, un tavolo di discussione sul tema che ha coinvolto i principali protagonisti del settore farmaceutico con l’obiettivo di formulare proposte innovative e concrete che permettano di perfezionare il percorso di presa in carico dei pazienti cronici e fragili, sfruttando le potenzialità offerte dalle aziende della filiera del farmaco. I risultati e le evidenze di questa iniziativa sono stati presentati lunedì 18 febbraio, presso il palazzo delle Regione Lombardia, in un incontro che ha coinvolto aziende farmaceutiche e sanitarie, associazioni di cittadini, rappresentanti di farmacie e ordini professionali. Le evidenze emerse dall’hackathon saranno poi raccolte un position paper.
I ruolo degli attori delle filiera del farmaco
Dal tavolo di lavoro dell’hackathon sono nate idee e proposte innovative per la gestione virtuosa del paziente cronico, che però adesso devono essere “scaricate a terra”. Il focus della discussione si è sviluppato attorno a tre parole chiave: farmaco, farmacia e servizio. In quest’ottica, il vero cambio di prospettiva passa attraverso la percezione che il farmaco non sia un solo un prodotto, ma un elemento della catena del percorso di cura del malato. Senza dimenticare il nuovo ruolo della farmacia, sempre più simile a un’agenzia informativa.
“Oggi il paziente quando entra in farmacia è fragile e confuso”. Spiega Marco Alparone consigliere regionale Regione Lombardia. “Il vero tema è quanto la filiera farmaceutica possa contribuire, e in che modo, alla presa in carico del paziente cronico. Tavoli di confronto come l’hackathon per la cronicità servono per comprendere come ogni attore deve recitare la sua parte. Cosa serve per alimentare questo processo? Condivisione delle informazioni innanzitutto, (vedi alla voce fascicolo sanitario elettronico, ndr), perché più conosco il paziente, meglio posso essere utile alle sue esigenze”.
Passi in avanti però nella gestione del paziente cronico ne sono stati fatti parecchi negli anni, anche dal punto di vista politico. “La farmacia” sottolinea Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia, “deve diventare il nodo cruciale nel processo di presa in carico del paziente cronico. Negli anni questa condizione è stata senz’altro agevolata da iniziative come la creazione della farmacia dei servizi o il piano delle cronicità. Ora bisogna però bisogna accelerare in questa direzione”.
Per Stefano Collatina, vicepresidente di Assogenerici, la vera sfida nel processo di presa in carico del paziente è “riuscire a trasformare il farmaco da mero prodotto a tappa intermedia di un percorso di cura più ampio del paziente. Dal nostro punto di vista, spiega, abbiamo rilevato che esiste un fenomeno di sottotrattamento del paziente cronico. Per contravvenire a questa tendenza è necessario che aziende e associazioni provino a analizzare, ed estrarre valore, dall’enorme mole di dati di cui sono in possesso”.
Cosa è emerso dall’hackathon
“Hackathon cronicità: la farmaceutica territoriale si confronta” è stata un’iniziativa promossa dalla società di consulenza Focus management. Prende spunto dagli argomenti messi in campo dal Piano nazionale delle cronicità e prova ad analizzarli con un approccio proattivo, attraverso il confronto degli addetti ai lavori. Dai sei tavoli di lavoro dell’hackaton è emerso principalmente che l’assistenza sanitaria territoriale è ancora molto frammentata.
“Oggi solo il 55% delle regioni ha un piano delle cronicità”, ha spiegato una responsabile del coordinamento del progetto, “le potenziali iniziative a supporto dei pazienti cronici sono numerose, ma non sempre tutte realizzabili. In generale si registra un sottoutilizzo delle potenzialità di ciascuno dei player che ruotano attorno al paziente cronico. Paziente che al tempo stesso deve diventare sempre più parte attiva del percorso di cura”.
A questo proposito serve creare quello che è stato definito “empowerment responsabile del paziente”. “Il concetto del paziente al centro va superato. Dobbiamo passare dal modello “patient centricity” a quello “patient driven”. Oggi è il paziente che deve guidare il proprio percorso di cura, accompagnato da tutti gli attori della filiera”.
Cronicità e gestione dei farmaci innovativi, la tavola rotonda
Il concetto del paziente come guida del proprio percorso di cura è emerso anche durante la tavola rotonda dal titolo “Cronicità e gestione dei farmaci innovativi”. Secondo Paola Pellicciari di Cittadinanza attiva “molti pazienti non conoscono il vero significato di farmaco innovativo, perché non sono sufficientemente informati e coinvolti nel proprio percorso di cura. Serve responsabilizzare il paziente, partendo magari dal suo rapporto con la farmacia, divenuta ormai una sorta di agenzia informativa dei bisogni del paziente stesso”.
C’è poi il tema dell’aderenza alla terapia, discorso sempre più rilevante in un contesto in cui il paziente tende a informarsi da solo. “In questo campo, la tecnologia ci viene in soccorso – spiega Luciano Dotti di Sanofi – il nostro gruppo ha infatti pensato alla realizzazione di un’app per gestire il percorso e il monitoraggio dell’aderenza alla cura del paziente”. Per Antonio Profico serve invece maggior dialogo con le istituzioni: “La nostra volontà è generare condivisione di competenze e innovazione sul mercato. Per farlo serve maggior dialogo con le istituzioni, magari con l’obiettivo di intercettare un modello di monitoraggio del percorso terapeutico omogeneo a livello nazionale, basato su indicatori di monitoraggio terapeutico condivisi”.
Il raggiungimento di questi obiettivi passa anche attraverso un ruolo più centrale delle farmacie. “Le normative degli ultimi anni hanno disegnato nuovi modelli di farmacia, ora bisogna metterli in pratica” ha concluso Francesco Rastrelli presidente dell’ordine dei farmacisti di Brescia – “Dal nostro punto di vista, la parola d’ordine della nuova farmacia è multidisciplinarità. Una condizione realizzabile attraverso percorsi di formazione continua del personale”.
FONTE: aboutpharma.com